Rete escursionistica

Sono qui riportati alcuni dei percorsi escursionistici presenti nel territorio del nostro comune, ringraziamo il sito www.escursioniliguria.it per il materiale.

Anello della Badia di Tiglieto

Tra Vara e Tiglieto ci sono pochi chilometri. Eppure, quando soffia lo scirocco, i due paesi sembrano lontanissimi. Vara si lascia schiaffeggiare dal vento e immergere nella nebbia che sale dal mare, Tiglieto gode di spazi di sereno tra i quali il sole si può affacciare. Così lasciamo Vara e raggiungiamo Stefano a Tiglieto per una breve gita pomeridiana: l’Anello della Badia.

Essendo un anello si può cominciare dove si vuole: per Stefano è sufficiente uscire di casa, salire alla Chiesa parrocchiale, percorrere un breve tratto in discesa e imboccare via Bertalin per incontrare il sentiero con il pallino giallo barrato che è il segnavia dell’Anello. In realtà all’inizio sono due i segnavia che incontriamo: a fianco del pallino barrato c’è infatti il triangolo giallo che sale al Dente. Tutto intorno è un trionfo di colori. Non è caldo, non è freddo, si sta d’incanto. Il sentiero si snoda nel bosco, attraversa un ponticello sul Rio Masino …

… raggiunge Case Reborina. Scompare il triangolo giallo e rimane il pallino barrato. Il sentiero largo e comodo scende in una zona disboscata di fresco, qualche tronco è accatastato sui margini.

Un altro ponticello ci permette di superare il Rio della Gerla che corre a gettarsi nell’Orba. Ce la stiamo prendendo comoda e ci godiamo il paesaggio.

Il fiume è vicino e in prossimità del ponte pedonale in ferro (siamo in località Ferriera Inferiore) facciamo una breve deviazione per scendere sul greto.

Poi risaliamo e attraversiamo il ponte per raggiungere l’altra sponda …

… dove, su un prato di un verde smagliante, troviamo Casa Quizza.

Da qui una sterrata ci conduce, in una quindicina di minuti, …

… alla provinciale che percorriamo per circa 400 metri prima di svoltare a sinistra. I segnavia sono chiari e non c’è pericolo di sbagliare.

Nel bosco si snoda una serpentina che scende alla Badia: è l’antica strada utilizzata prima della costruzione della provinciale.

Costeggiamo la recinzione del parco della Badia con alberi secolari e prati di smeraldo …

… e raggiungiamo l’abbazia di Santa Maria alla Croce chiamata semplicemente Badia. Bellissimo il contesto in cui si trova, una grande piana sull’Orba. Fondata nel 1120 fu abitata dai monaci cistercensi fino al diciottesimo secolo. Da allora è proprietà privata dei marchesi Salvago Raggi.

I monaci fecero diverse opere ma una delle più importanti e che ancora adesso si può osservare fu la deviazione del fiume che qui faceva una grande ansa e durante le piene allagava i terreni coltivati della Badia. Il cocuzzolo roccioso che costringeva l’Orba ad aggirarlo fu in parte demolito e in quel grande intaglio il fiume poté scorrere liberamente senza pericolo di allagare la piana.

Nonostante l’assenza dei frati, che alcuni anni fa dopo importanti opere di ristrutturazione avevano provato di nuovo ad abitarla, la Badia è meta di molte visite e oggi abbiamo trovato alcuni volontari a presidiarla e a spiegare la sua storia e la sua architettura. A questo scopo e a garantire l’apertura del complesso nei giorni festivi è stata costituita l’Associazione Amici dell’Abbazia Cistercense Santa Maria alla Croce di Tiglieto.

Le nuvole si sono allontanate, il cielo si è fatto azzurro e il sole ci regala un dolce tepore. Lasciamo la Badia …

… e attraversiamo di nuovo il fiume, questa volta sull’antico ponte romanico.

Alla fine del ponte c’è una grande quercia, un Albero Monumentale come lo definisce il cartello che lo accompagna.

Attraversiamo la provinciale nei pressi degli impianti sportivi di Tiglieto e proseguiamo il nostro anello …

… che diventa spettacolare perché più in basso l’Orba passa spumeggiando attraverso un vero canyon con pareti rocciose a picco e, più a valle, si allarga in due grandi specchi d’acqua.

Poi il sentiero sale e si allontana dal fiume.

Stiamo per raggiungere Tiglieto e la fine della nostra gita: circa 9 chilometri lo sviluppo, 300 metri il dislivello. E’ un anello che merita di essere percorso e che si snoda sulle due sponde del fiume che Manzoni, nella sua ode “Marzo 1821”, ricorda come “l’Orba selvosa”.

Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps (l’anello è stato percorso in senso orario). Partenza da Tiglieto (bivio per Acquabianca, m. 500) – strada provinciale per Acquabianca – Via Bertalin – Rio Masino (m. 454) – bivio Case Reborina (m. 480) – ponte sul Rio della Gerla (Rian dra Gerla) – Ferriera Inferiore (Frera da Bassu, m. 412) – ponte di ferro sull’Orba – Casa Quizza – provinciale Urbe-Tiglieto – Badia di Tiglieto (m. 378) – ponte romanico sull’Orba (quercia secolare) – attraversamento provinciale (bivio per gli impianti sportivi) – Casa Bertalin – Via Bertalin – provinciale Acquabianca-Tiglieto – Tiglieto

Da Masone a Tiglieto passando per il Bric Dentino

A distanza di una settimana, altra bella traversata tra lo Stura e l’Orba: l’idea iniziale era quella di salire al Reixa da Masone per poi scendere a Vara Inferiore ma la fitta nebbia sullo spartiacque mi ha poi fatto dirottare verso la più soleggiata Tiglieto. Come la volta scorsa raggiungo Masone insieme ai miei genitori che stanno tornando a Genova. Dal centro del paese salgo alla chiesa parrocchiale (m. 433), …

… scendo al sottopasso dell’autostrada e seguo la stradina asfaltata che si inoltra nella valle del Rio Masone. Il tempo è ancora bello ma alcuni batuffoli a ridosso del crinale preannunciano un rapido peggioramento. Lascio sulla destra l’itinerario per la Cascata del Serpente e per il Bric Dentino (tre pallini gialli) e proseguo lungo la strada (due rombi vuoti gialli) …

… che termina alla cascina di Pian del Colle (m. 616) adagiata in una verdissima conca ai margini del bosco.

Da qui inizia una bella mulattiera …

… che sale nella faggeta …

… e che sbuca sulla provinciale del Faiallo presso la sella tra il Bric Geremia e il Monte Giallo (m. 780).

Svolto a destra e seguo l’Alta Via che si inerpica lungo il filo dello spartiacque tagliando poi il versante meridionale del Monte Giallo. La maccaja, che al primo mattino stagnava immobile nei bassi strati sopra Genova, si è sollevata come l’acqua in una pentolone in ebollizione: sul crinale grava una fitta nebbia accompagnata da fredde folate di vento. Non piove ma ugualmente ho tutti i vestiti bagnati.

Alla Sella del Barnè (m. 894) abbandono l’idea di salire al Reixa e scendere a Vara, prendo sulla destra il sentiero per la Colla di Masca (o Passo Fruia) e mi allontano il più in fretta possibile dal patagonico spartiacque.

Con una breve deviazione salgo al Bric Dentino (o Bric della Saliera, m. 976) che si innalza sulla dorsale Stura-Orba. Qui il tempo è decisamente migliore: il vento è calato d’intensità e le nubi, dopo aver scaricato sul Dente tutto il loro carico di umidità, viaggiano alte e sfilacciate andandosi poi a dissolvere sopra le ultime propaggini dell’Appennino e l’inizio della pianura.

Dal Dentino proseguo fino alla Colla di Masca (o Passo Fruia, m. 821) …

… dove imbocco la pista sterrata che conduce al Valico della Crocetta sopra Tiglieto.

In località Morbetto (m. 830) svolto a sinistra su un sentiero non segnato che scende verso la Valle dell’Orba trasformandosi più in basso in pista forestale.

A quota 530 sbuco sulla provinciale Acquabianca-Tiglieto nei pressi delle Case Matellona.

Breve risalita su asfalto fino alla Colla Minetti (m. 552), dopodichè sentiero segnato con il triangolo giallo che scende alle Case Gerla, guada un ruscello …

… e procede a mezzacosta tra i prati verdissimi, i faggi …

… e le antiche cascine.

Oltrepassate le Case Reborina (m. 480), abbandono il triangolo giallo e mi riporto sulla provinciale ormai in vista della chiesa di Tiglieto (m. 500). Ancora pochi passi e faccio ritorno a casa, ben felice anche questa volta di non dover mettermi a guidare.

Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dalla chiesa di Masone – Via Cascata del Serpente – sottopasso autostrada – cascina Pestuma – cascina di Pian del Colle – sella Geremia-Giallo (Alta Via, provinciale del Faiallo) – versante sud del Monte Giallo – Sella del Barnè – versante nord-est del Dente – Porta del Dente – pendici sud del Dentino – Bric Dentino (o Bric della Saliera) – pendici sud e est del Dentino – dorsale di spartiacque Stura-Orba – Colla di Masca (o Passo Fruia) – località Morbetto (dorsale di spartiacque Gargassa-Orba) – provinciale Acquabianca-Tiglieto (Case Matellona) – Colla Minetti – Case Gerla – Case Reborina – provinciale Acquabianca-Tiglieto – Tiglieto

Da Masone a Tiglieto passando per il Bric del Dente

Stamattina i miei genitori tornano a Genova e io ne approfitto per farmi dare un passaggio fino a Masone. Scendo dall’auto a Villa Bagnara, faccio colazione in un bar e mi appresto a tornare a casa a Tiglieto passando per il Bric del Dente. Sono le 7.40 e il tempo è splendido: sulle sponde dello Stura l’aria è frizzante ma già si intuisce che in giornata si toccheranno tranquillamente i 20 gradi. Sopra la chiesa parrocchiale (m. 433) imbocco Via Cascata del Serpente che passa dapprima sopra il Borgo Molino per poi scendere fino al sottopasso dell’autostrada. Superato il sottopasso, abbandono l’itinerario per la Cascina Troia e per il Bric Dentino (segnavia tre pallini gialli) e prendo sulla destra una stradina sterrata dalla quale si stacca subito un sentiero (segnavia due quadrati pieni gialli). In breve raggiungo alcune casette …

… situate in splendida posizione su di un verde poggio panoramico (località Pianazzo, m. 547).

Poco sopra inizia una larga mulattiera che sale nella pineta …

… con belle vedute sul versante nord del Dente.

All’uscita del bosco mi accoglie un’amena radura punteggiata da pini nani e ornata da cespugli di Erica fiorita (Collina Badè, m. 785).

Inizia ora un lungo tratto di sentiero a mezzacosta sul versante settentrionale del costone che si innalza tra il Rio Masca e il Rio Masone.

Il sentiero raggiunge la dorsale di spartiacque Stura-Orba in corrispondenza della Colla di Masca (o Passo Fruia, m. 821), crocevia di antiche mulattiere e di piste forestali. I due quadrati gialli terminano qui: d’ora in avanti seguirò il triangolo vuoto giallo proveniente da Campoligure.

Un bel sentiero percorre con dolci saliscendi la sommità della dorsale in direzione sud, …

… taglia le pendici orientali del Bric Dentino (o Bric della Saliera, m. 976) …

… e attacca d’impeto le ripide rampe erbose del Dente.

Alle 10 in punto raggiungo il cippo di vetta (m. 1107) posto sul caratteristico spuntone roccioso a forma di dente che dà il nome alla montagna.

Per arrivare a Tiglieto scelgo il sentiero segnato con un triangolo pieno giallo.

Abbandonata l’Alta Via, scendo tra i faggi nella valle del Rio Baracca, racchiusa tra il crinale Saliera-Dente-Costa della Cerusa e la dorsale dei Praioli.

Guadato il Rio Baracca, seguo una pista forestale che procede a mezzacosta sul versante sinistro orografico della valle …

… e che porta all’antico nucleo di case di Gattazzè (m. 702). Sorto agli inizi del Settecento per volontà dei Marchesi Raggi, proprietari dell’Abbazia di Tiglieto e dei suoi possedimenti, venne edificato in posizione strategica lungo un’importante via del sale, del ferro e del legno. Sul finire dell’Ottocento, con la chiusura delle ferriere e con la nascita di nuove strade che prediligevano i fondovalle ai crinali, iniziò per Gattazzè un lento declino. Oggi si trova in uno stato di totale abbandono e di estrema rovina: il bosco è avanzato inesorabile e ha invaso i prati che circondavano le case, il Palazzo di Caccia dei Raggi (andato a fuoco nel 1968) e la cappella circolare. Ventisette anni fa, quando son passato qui per l’ultima volta durante una gita al Dente da Acquabianca, ricordo che i ruderi e la cappella si trovavano ancora allo scoperto ai margini di un grande prato: in ventisette anni il bosco si è mangiato tutto.

Da Gattazzè seguo sempre il triangolo giallo fino al laghetto della Chiusa dove convergono il Rio Rosto e il Rio Baracca. Qui la situazione si complica perché devo effettuare due guadi consecutivi: il secondo guado si rivela molto difficoltoso e ne esco coi piedi un po’ bagnati.

In breve raggiungo la località Ferriera (m. 529) e poco dopo sbuco sulla strada provinciale Acquabianca-Tiglieto al confine tra le province di Genova e Savona.

Percorro un chilometro di asfalto fino alla Colla Minetti (m. 552) …

… e imbocco la mulattiera che scende tra i prati verdissimi fino alle Case Gerla.

Attraverso ancora un piccolo ruscello e, dopo aver abbandonato il triangolo giallo che conduce al ponte di Badia, mi riporto sulla provinciale a due chilometri da Tiglieto (m. 500). Alle 12.20 faccio ritorno a casa giusto in tempo per mangiare: che bello, per una volta tanto, non dover salire in macchina e guidare!

Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dalla chiesa di Masone – Via Cascata del Serpente – sottopasso autostrada – Cascina Pianazzo – Collina Badè – Colla di Masca – dorsale di spartiacque Stura-Orba – pendici est del Bric Dentino (o Bric della Saliera) – pendici nord-ovest del Dente – Bric del Dente – pendici nord-ovest della Costa di Cerusa – guado del Rio Baracca – pendici nord-est del Bric Bancarara – ruderi Case Gattazzè – pendici ovest del Bric del Porco – laghetto della Chiusa (doppio guado del Rosto e sul Carpescio) – località Ferriera – provinciale Acquabianca-Tiglieto (ponte sul Rio Carpescio) – Colla Minetti – Case Gerla – provinciale Acquabianca-Tiglieto – Tiglieto




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